venerdì 6 settembre 2013

Quella vecchia locanda, il primo lp del 1972

Parliamo di Quella Vecchia Locanda, un gruppo rock italiano che si formò a Roma nel quartiere Monteverde agli inizi degli anni settanta. I componenti inizialmente erano Giorgio Giorgi alla voce e al flauto, Raimondo Cocco alla chitarra e al clarino, Romualdo Coletta al basso, Patrick Traina alla batteria, , Donald Lax al violino, Massimo Roselli alle tastiere e (per poco tempo) Carlo Mariani al pianoforte.


Il nome fantasioso sembra derivare dal posto in cui si riuniva inizialmente la band per provare:  una vera e propria locanda abbandonata da tempo.
Durante i primi anni il gruppo si dedicò ad un’intensa attività dal vivo durante la quale si creò, nell’ambiente pop romano, una solida reputazione. La vera e propria consacrazione del gruppo avvenne comunque nel 1972 con l'esibizione al Festival Pop di Villa Pamphili, in seguito alla quale la band viene scritturata dalla etichetta Help!.

Il Festival Pop a Villa Pamphili nel 1972


La Help! era una casa discografica italiana fondata alla fine degli anni '60 dal produttore discografico Gianni Dell'Orso che aveva iniziato ad occuparsi di produzioni discografiche nella Parade records. La Help! era distribuita dalla Rca Italiana e si occupò di pubblicare in prevalenza dischi di musica pop e di rock progressivo; oltre Quella vecchia locanda aveva sotto contratto anche i torinesi Procession e il cantautore Folkaldo, conosciuto in seguito come Franco Maria Giannini. Inoltre il catalogo comprendeva diversi dischi dei complessi tedeschi The Rattles e The Sub e del musicista austriaco Eddy Korsche (come Free Action Inc), stretto collaboratore di Dell'Orso.




Nel 1972 viene quindi pubblicato l'omonimo album d'esordio del gruppo. Il disco si struttura come un concept album, con una costante linea musicale melodica attraversata da frequenti passaggi sinfonici che sottolineano le atmosfere magiche e fiabesche evocate dai testi, ma non mancano momenti più serrati in classico stile hard progressive.
Vi sono evidenti ispirazioni classiche e  nei fraseggi tra voce e piano le tinte sono  spiccatamente vivaldiane. Ed è proprio il flauto a trovarsi spesso in primo piano, richiamando giocoforza  lo stile dei Jethro Tull, Anche il violino elettrico suonato dal virtuoso Donald Lax contribuisce alla costruzione di un  sound che, soprattutto in quei tratti oscuri apportati dal violino stridulo e dai pianoforti d’accompagnamento, ricorda le sonorità acide dei Comus di First Utterance, ma ha comunque un registro più solare e italiano.




L’album si apre con “Prologo” dove un classicheggiante violino ci introduce nella storia facendosi largo tra  un contorno di tastiere, chitarre e flauto. Il brano si sviluppa  con diversi cambi di tempo che poi lasciano spazio ad una quiete ariosa spezzata nel finale da un assolo di flauto in stile Ian Anderson. Troviamo nuovamente il violino classico accompagnato dal flauto in “Un Villaggio, Un'illusione”  un brano che con il tempo è divenuto un classico esempio della progressive music suonata in Italia in quegli anni.


L’arpeggio di chitarra classica di Cocco accompagnato da un canto di uccelli apre la sognante 'Realtà' che  porta l’ascoltatore in una dimensione onirica. Qui gli intrecci sonori si fanno più convincenti  e possiamo trovare diverse similitudini con le sperimentazioni della Premiata Forneria Marconi e del Banco del Mutuo Soccorso.
In Immagini Sfocate le atmosfere si fanno più rockeggianti, il ritmo sale e la chitarra di Raimondo prende il sopravvento. E subito dopo arriva la canzone più bella dell'album  Il Cieco. Dirompente l’assolo di flauto che ricorda sin troppo My God ma che si integra perfettamente nel brano, è sempre rock duro ma qui mancano i frequenti cambi di tempo del brano precedente. In Dialogo l’amalgama tra i ragazzi è perfetta, le tastiere in evidenza ci accompagnano al piacevole ascolto dell'assolo di ottavino di Giorgi. Infine Verso La Locanda e Sogno, Risveglio e... chiudono l’ottimo lavoro confermando l’ottimo connubio raggiunto tra la matrice classica ed il rock progressive.


Insomma Quella Vecchia Locanda è stato certamente  un ottimo debutto, le geniali soluzioni adottate, mai leziose anzi spesso piacevoli ed interessanti e difficilmente rintracciabili in una giovane band, fanno dell’album uno dei classici del primo Progressive italiano. Un ultima nota di merito all’art work della copertina che contribuisce a definire quel contesto sognante e fiabesco evocato dal disco.


Incoraggiati dalla buona accoglienza ricevuta dall'album, il gruppo intensificò l'attività concertistica partecipando anche alle due edizioni del Festival di Musica d'Avanguardia e di Nuove Tendenze. Successivamente vi fu un cambio di formazione, con l'uscita del virtuoso Donald Lax e del bassista Coletta, rimpiazzati rispettivamente da Claudio Filice e Massimo Giorgi. Nel 1974  il gruppo realizzò il secondo ed ultimo lp, Il tempo della gioia...ma questa è un’altra storia di cui tratteremo in seguito.



Titoli dei brani dell'album:

Prologo - 5:01
Un villaggio, un'illusione - 3:53
Realtà - 4:14
Immagini sfuocate - 2:57
Il cieco - 4:14
Dialogo - 3:43
Verso la locanda - 5:17
Sogno, risveglio e... - 5:13





lunedì 2 settembre 2013

1969 Quando i cantanti erano popolari come i calciatori



Alcune pagine tratte dall'albo " Figurine Cantanti 1969"  che presentano la "scuderia" della Rca italiana.
L'albo era incluso nella serie "Le grandi raccolte per la gioventù" delle Edizioni Panini Modena